Un metodo molto famoso e apprezzato al mondo per la sua effervescenza che fa subito festa ma produrlo non è cosi immediato come finirlo.

Secoli di storia e di tradizione sono sulle spalle di uno dei vini con le bollicine piu conosciuti al mondo ma cosa lo rende speciale rispetto ad un vino frizzante o a un metodo Charmat / Martinotti?

La storia ci insegna che le bollicine nel vino si formano quando una fermentazione avviene in ambienti ermetici dove l’anidride carbonica non riuscendo ad uscire si lega con il nostro mosto che sta per diventare vino.

In principio scegliereno un vino fresco, spesso si sceglie di vendemmiare in anticipo per questo tipo di produzioni cosi da avere l’acidità necessaria ad affrontare il lungo periodo di affinamento che lo aspetta.

Svolta la prima fermentazione lo andiamo ad imbottigliare in contenitori di vetro che assomigliano in tutto e per tutto a bottiglie ma avranno caratteristiche particolari:

  • Il vetro è piu spesso per resistere allepressioni che si accumulano all’interno che arrivano nella maggior parte dei metodi classici a 6 bar;
  • Il collo della bottiglia si avvicina alla sua bocca in maniera graduale con una curvatura delicata che aiuterà nella fase di remuage che vedremo tra poco;
  • La bocca è rinforzata e presenta una sagomatura pensata per poter ancorare la gabbietta che terrà fermo il tappo a fungo;
  • Sempre per evitare che la bottiglia scoppi alla base abbiamo un incavo importante a formadi cono pensato per distribuire la pressione in modo uniforme.

Insieme al nostro vino base andremo ad inserire all’interno della bottiglia altre sostanze come i lieviti e gli zuccheri perche ormai la fermentazione del vino è arrivata a termine e ce ne servono di nuovi per far partire la seconda. A questi comunque andremo ad aggiungere anche altri composti tra i quali sali minerali e vitamine per assicurarsi che i lieviti si sviluppino in un modo prestabilito limitando le sorprese.

La bottiglia viene poi sigillata con un tappo a corona capace di tenere la pressione che si svilupperà all’interno della bottiglia. Questo tappo però oltre a poter sopportare la pressione ha anche la particolarità di avere al suo interno una sorta di incavo, quasi un bicchierino chiamato bidules che servirà piu avanti quando andremo a fare la sboccatura.

Adesso la nostra bottiglia rimarrà a fermentare in posizione orizzontale in cantine con temperatura e umidità costante e controllata per un periodo che di norma non è mai inferiore ai 18 mesi. Qui i lieviti all’inizio genereranno alcool ma anche anidride carbonica che come detto prima non potendo uscire si legherà al vino e piu tempo daremo a questo processo e piu la CO2 si ammalgamerà con il vino e piu le bollicine saranno fini e persistenti determinandone l’eleganza.

I lieviti quando non avranno piu zucchero da trasformare moriranno con un processo chiamato autolisi e si depositeranno sul fondo della bottiglia e proprio i lieviti ormai morti arricchiranno il corredo aromatico dei nostri spumanti con quel che ne è il marcatore classico della crosta di pane.

Continua…


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